>

GIOCATTOLI E GIOCHI

Segnalato da Maria Rizzuto

 

Nei tempi passati i giocattoli dei piccoli rizzutari erano artigianali e semplici ma non per questo meno graditi e divertenti. Sino agli inizi degli anni sessanta erano spesso  genitori e nonni che costruivano per figli e nipoti  bambole di pezza, trottole, grillere, monopattini, tiritocche….. e non di rado gli stessi fanciulli, con un po’ di fantasia, trasformavano gli utensili di casa in disuso (bastoni, stracci, tappi di bottiglie..) in veri e propri oggetti ricreativi.

 

Tiritocca

Grillera

Trottola

La tiritocca e la grillera erano usate prevalentemente nel periodo della Quaresima. I bambini, girovagando per le via del paese, comunicavano con il suono dei due  strumenti  l’inizio delle funzioni religiose in sostituzione delle campane che non potevano essere suonate sino alla sera sabato santo.

 

La trottola era fatta a mano e la punta era realizzata con un chiodo di ferro

 

Rizzuti (prima metà anni '60)

Gruppo di fanciulli

 

Durante l’estate quando si era liberi dalla scuola ed il bel tempo lo consentiva bambini e ragazzi si incontravano all’aperto dove trascorrevano intere giornate divertendosi con numerosi giochi di gruppo. (nascondino, toccaferro, mosca cieca, giochi con la corda e con la palla…)

Per stabilire chi dovesse iniziare un qualsiasi gioco si ricorreva alla “conta” o “tocco” che avveniva spesso attraverso la recita di varie filastrocche (leggi le filastrocche).

 

Ciascuno dei partecipanti al gioco metteva il dito indice sotto le mani di colui che faceva la conta, quest’ultimo mentre con la mano superiore strofinava in senso rotatorio  il dorso dell’altra sua stessa mano declamava una filastrocca e non appena questa finiva chiudeva rapidamente la mano di sotto ed afferrava un dito indice, la persona a cui tale dito apparteneva iniziava il gioco.

(La presente conta si effettuava recitando la filastrocca "Alla lampa alla lampa")

Talvolta la recita di qualche filastrocca veniva utilizzata per l’attuazione di alcuni giochi come, ad esempio, quello qui di seguito descritto: (leggi le filastrocche)

Un  giocatore, recitando una filastrocca, toccava con un bastone i piedi dei partecipanti messi possibilmente in circolo. Il “proprietario” del piede su cui finiva il tocco, se si trattava del primo piede ad essere "toccato",  doveva nasconderlo sollevandolo, mentre in caso fosse stato il secondo doveva uscire dal gruppo e saltellare con una gamba alzata sin quando non venivano eliminati, attraverso lo stesso procedimento, tutti i giocatori ad eccezione di uno che era dichiarato  vincitore.

riportiamo  

Riportiamo qui di seguito le descrizioni di alcuni giochi con cui i fanciulli rizzutari di una volta amavano trascorrere il tempo libero:

Il Quadretto

Indovina con i papaveri

I Tre Asinelli

Ohi vecchiarè

Girotondo

Il gioco delle dita

Oh che bel castello!

Il pupullaro

Angelo bell'angelo

 

q

Il“Quadretto” che si basava nel dover saltellare in una griglia di rettangoli tracciata in terra secondo delle prefissate regole la cui sequenza è stata dettagliatamene illustrata nella seguente presentazione multimediale realizzata da Maria Rizzuto 

 

Per visualizzare le regole

di gioco del "Quadretto"

clicca qui

(per l'apertura del Power Point

attendere qualche minuto)

asinelli    
I "Tre Asinelli", gioco consistente nel tirare più volte una palla contro un muro e riprenderla eseguendo una serie di movenze via via più complesse  

Per leggere le regole

del gioco dei Tre Asinelli

clicca qui 

papaveri    

Indovina con i papaveri”, era un divertente passatempo primaverile che consisteva nel cercare di indovinare il colore dei papaveri ancora in boccio. Non appena tutti i partecipanti al gioco  pronunciavano il proprio pronostico si apriva il  bocciolo per individuare il vincitore.

 

Per vedere i dettagli del  gioco

e giocare virtualmente a

“Indovina con i papaveri”

clicca qui

anche

Anche se non è da considerarsi propriamente un gioco va comunque ricordata una consuetudine che veniva puntualmente attuata ogni qualvolta ad un bambino cadeva un dentino di latte. Per sdrammatizzare l’innocuo ma talvolta traumatico evento si invitava il piccolo infortunato a mettere, prima di andare a dormire, il dentino caduto dietro la porta di una stanza e quindi  recitare i seguenti versi:/font>

 

“Ohi vecchiarè te u dente viacchiu e damme u nuavu,

iancu cumu na corchia d’uavu e dirittu cumu nu chiuavu”

(Oh vecchietta ti do il dente vecchio e dammi il nuovo,

bianco come il guscio di un uovo e dritto come un chiodo).

 

Il giorno dopo al posto del dente il fanciullo trovava qualche soldo.

 

 

 

girotondo

   

Girotondo

 

 

I bambini si univano in cerchio e girando cantavano:

Giro giro tondo

Casca il modo

casca la terra

tutti giù per terra

(e i bambini si accovacciano a terra)

 

Giro giro tondo

quanto è bello il mondo

cento cinquanta

la gallina canta

canta da sola

non vuole andare a scuola

 il lupo è dietro la porta

 la porta casca giù

 il lupo non c’è più

 è andato alla montagna

 ha trovato una castagna

 la castagna è tutta mia

buona notte alla compagnia

 

dita

Il gioco delle dita

Prendendo tra pollice ed indice il pollice dell’altra mano e successivamente stringendo in sequenza tutte le altre dita si recitava:

 

3. Medio: Chistu cumu ‘hfacimu
(Questo dice come facciamo)

 

2. Indice: Chistu un d’avimu
(Questo dice non ne abbiamo)

4. Anulare: Chistu ‘iamu arrubbamu

(Questo dice andiamo a rubare)

1. Pollice: Chistu circa Pane

(Questo cerca Pane)

 

5. Mignolo: Piri Pirillu chine c’è ‘ncappa è piaiu pè illu

(Piri Pirillo chi viene scoperto è peggio per lui)

 

 

Alla fine si ruotava  il mignolo tra  le dita dell’altra mano.

 
 
castello

 Oh che bel castello!

I partecipanti formavano due cerchi: il primo composto da due bambini ed il secondo costituito da tutti gli altri.

I due gruppi intonavano delle strofe di botta e risposta che terminavano col segnalare il nome del bambino che doveva passare dal secondo al primo cerchio.

 

 

 

Oh che bel castello

Marcodino dino dello

Oh che bel Castello

Marcondino dino dà

 

 

E il nostro è più bello

Marcondino dino dello

E il nostro è più bello

Marcondino dino dà

E noi lo distruggeremo

Marcondino dino dello

E noi lo distruggeremo

Marcondino dino dà

 
 

E come farete

Marcondino dino dello

E come farete

Marcondino dino dà

Togliendo una pietra

Marcondino dino dello

Togliendo una pietra

Marcondino dino dà

 
 

E chi è questa pietra

Marcondino dino dello

E chi è questa pietra

Marcondino dino dà

Questa pietra è .....

Marcondino dino dello

Questa pietra è .....

(il nome di un bimbo dell’altro cerchio)

Marcondino dino dà

 Il gioco finiva quando, ripetendo più volte la sequenza di strofe di botta e risposta, nel secondo cerchio restavano  solo due bambini.

 
   

 
pupullaro

IL PUPULLARO

 Un giocatore, il pupullaro, stava al centro e tutti gli altri disposti attorno in punti predisposti. Il pupullaro, ruotando su se stesso, con le mani disposte davanti al viso ed esclamando “Pu pu sbittu là” si dirigeva di corsa verso uno dei giocatori. A questo punto tutti i partecipanti dovevano cambiare posto ed inevitabilmente uno restava fuori, questi doveva mettersi in centro e fare il pupullaro dopo aver compiuto un giro lungo il perimetro di gioco portando “incosci” ( sulle spalle) il precedente “pupullaru”. 

 

Angelo bell’angelo

angelo

Un gruppo di giocatori (angeli) si trovava tra due bambini, uno a pochi metri di distanza che svolgeva il ruolo di Gesù e l’altro accanto al gruppo e con una palla in mano che impersonava il “diavolo”.

Gesù sceglieva uno dei bambini e chiamandolo per nome diceva: "Angelo bell’Angelo vuoi venir da me?"

Questi rispondeva:  "Si ma c’è il diavolo che mi tenta"

Gesù, incoraggiandolo, replicava:  "Alza le ali e vieni da me"

A questo punto il bambino iniziava a correre verso Gesù facendo anche delle finte.

Se durante il percorso il "diavolo", che doveva rimanere al suo posto, riusciva a colpire con la palla il bambino questi, risultando conquistato dal demonio, doveva andare accanto a lui viceversa poteva raggiungere e unirsi a Gesù.

 

 

chiudi