ANTICO GALATEO DI RIZZUTI

segnalato da Maria Rizzuto

 

Annumare

Era usanza chiamare i primi due figli con i nomi dei genitori paterni.

Ballo di coppia

Durante le feste danzanti dovevano essere gli uomini ad invitare le donne a ballare, sempre sotto il consenso dei genitori della donna.

Battesimo

Il primo figlio di una coppia doveva essere battezzato dai compari d'anello degli sposi.

Chiesa

In Chiesa si doveva stare in religioso silenzio, non ci si doveva girare, anche se si sentiva un rumore, e si doveva stare fermi e attenti alla funzione religiosa.

Corredo

I genitori delle donne dovevano iniziare a preparare il corredo per la propria figlia già da quando questa era piccola.

Don

Alle persone appartenenti ad una famiglia benestante era usanza mettere il titolo "Don" prima del nome, come segno di differenza di classe sociale.

Fidanzamento

Quando due si conoscevano doveva essere l’uomo a dichiarare per primo i suoi sentimenti alla donna, altrimenti quest’ultima veniva considerata poco seria. (vedi anche fidanzamento)

Funerale

Quando moriva qualcuno tutto il paese accorreva alla casa del defunto e si suonavano a "murtuariu" (“mortorio”) le campane della Chiesa di Rizzuti.

Le campane venivano suonate alla "spirata" (quando il moribondo esalava l’ultimo respiro) all'"umbruliata" (al tramonto), prima della messa e dopo la messa funebre fino a quando il feretro non giungeva allo "Scavu" (località di Rizzuti).

In passato, in Chiesa, la bara veniva tenuta aperta per tutta la durata della messa e  il parroco indossava un paramento nero che oggi non si usa più ma che è possibile vedere in quanto è stato messo in esposizione insieme ad altri oggetti antichi in una bacheca della stessa Chiesa.

Durante la veglia funebre e nei giorni successivi, per quasi una settimana, i parenti portavano "u cunsulu" (colazione e pranzo e chi voleva anche la cena). Chi per primo portava la colazione doveva poi portare sia il pranzo che la cena, se vi erano più paesani a voler  preparare "u cunsulu" si organizzavano per portarlo a turno nei  giorni successivi.

Per rispetto al defunto, tutto il paese non accendeva TV e radio, non si cantava e si manteneva il silenzio. Per la famiglia questa forma di silenzio si protraeva più a lungo. Si metteva anche una fascia nera sull'uscio della casa del defunto. Le donne vestivano di nero e le vedove indossavano "u maccaturu alla capu" (fazzoletto in testa); gli uomini invece  mettevano una fascia nera al braccio che, successivamente, fu sostituita da un bottone (bottone in stoffa nera munito di spilla) che veniva fissato sugli indumenti a sinistra all'altezza del cuore, inoltre non facevano la barba per molto tempo. I panni non venivano stesi fuori.

Letto

L'uomo doveva coricarsi dal lato del letto vicino alla porta della stanza come segno di protezione nel caso qualcuno si fosse intrufolato in casa.

Madrina delle unghie

Era la donna, che non poteva essere la mamma, che tagliava per prima le unghie al bambino.

Matrimonio

Chi faceva "la fuitina" (andava via di casa con il futuro marito prima di sposarsi) non poteva indossare l'abito bianco, simbolo di candore, e doveva sposarsi nella Chiesa del paese dello sposo.

La sposa sceglieva l'abito il cui acquisto spettava ai genitori dello sposo, l'addobbo della Chiesa competeva ai genitori della sposa e lo sposo, infine, doveva acquistare il mazzetto da donare alla sposa sull'uscio della Chiesa.

Nascita

Si doveva applicare sull'uscio di casa del neonato una coccarda rosa, nel caso di una femmina, o azzurra, nel caso di un maschio.

Natale

Vigeva  il detto "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi". Quindi il Natale si passava rigorosamente in famiglia, si preparava l'albero e il presepe e la sera della vigilia si consumava un’abbondante cena di nove pietanze. I bambini dovevano preparare la letterina ai propri genitori e dopo cena si scartavano i regali.

Offrire qualcosa

Gli ospiti in casa si accoglievano offrendo qualcosa, e questi non dovevano dire subito si, perché chi offriva doveva insistere più volte.

Processioni

Quando c'era la processione si doveva mettere fuori dal balcone o dalla finestra la coperta più bella del corredo.

Saluto

Dovevano essere i più giovani a salutare per primi gli adulti, mentre una donna doveva aspettare che fosse l'uomo a salutare per primo.

Suocera o Suocero

Era considerata una forma di rispetto chiamare "papà" e "mamma" i genitori del proprio partner . Quando si voleva fare la distinzioni tra i propri genitori e quelli del coniuge, quest'ultimi venivano chiamati "matriamma" e "patriumma".

Tavola

Quando si invitava a pranzo o cena qualcuno si mettevano in tavola le pietanze più prelibate che erano presenti a casa, si doveva cucinare in abbondanza in modo tale che i piatti non rimanessero mai vuoti. Le posate venivano messe tutte a destra del piatto sopra il tovagliolo, mentre il bicchiere doveva essere girato verso l’alto davanti al piatto.

Vestiario

Rigorosamente coperti.

Za o Zu

Alle persone anziane era usanza ante cedere il nome con il suffisso "za", che vuol dire zia, e "zu", che vuol dire zio; non era necessaria una parentela, era solo una forma di rispetto.

 

Mondo rizzutaro