I RITI DELLA

SETTIMANA SANTA

Segnalato da Maria Rizzuto

 

 

Da diversi anni le celebrazioni pasquali  si svolgono esclusivamente presso il vicino comune di Colosimi ma un tempo, quando Rizzuti era più popolato, ogni giorno della Settimana Santa era caratterizzato da riti e funzioni.

 

Domenica delle Palme

L'entrata di Gesù a Gerusalemme era commemorata con la distribuzione, dopo la S.Messa, di rametti di ulivo e alloro e di alcune piccole strutture in legno (vedi foto accanto) adornate con cioccolate caramelle e ramoscelli di ulivo; quest'ultime venivano date ai bambini che, all'uscita dalla Chiesa, dovevano difenderle con attenzione per non correre il rischio di essere "rapinati" e ritornare a casa senza dolci.

I ramoscelli di alloro venivano poi utilizzati per dare sapore alle pietanze, mentre i ramoscelli di ulivo benedetti venivano appesi sull’uscio di casa, dentro casa e nell’orto. Si poteva far dono a qualche altra famiglia di un ramoscello d'ulivo purché questo non fosse entrato in altra abitazione, in quanto il ramoscello doveva fermarsi nella prima casa in cui entrava.

 I ramoscelli di ulivo rimasti venivano  conservati in Chiesa per essere bruciati il Sabato Santo dell'anno successivo, le ceneri ottenute erano utilizzate durante la funzione del Mercoledì delle Ceneri.

Ramoscelli di alloro e di ulivo

Supporto in legno che adornato con

rametti e dolci veniva dato ai bambini

 

Altare della Madonna del Carmine

 

Lunedì e Martedì

Si iniziava a preparare il sepolcro presso l’altare della Madonna del Carmine. Si appendevano le coperte, che i fedeli mettevano a disposizione e, cercando di collocare quelle uguali in maniera simmetrica, si coprivano le finestre e i quadri, tranne quelli della via crucis, per creare un ambiente funereo.

 

Mercoledì

Si portavano in Chiesa i  germogli di grano  preparati da ogni famiglia  per  addobbare il sepolcro.

Il grano germogliato, che si cominciava a preparare il primo venerdì di Quaresima, si otteneva mettendo  dei chicchi di grano in una ciotola  sistemata in un luogo non freddo e oscuro in modo da far sì che i germogli,  annaffiati periodicamente e lontani dalla luce, crescessero assumendo una colorazione giallastra e non verde.

Quando si disfaceva il sepolcro ognuno andava a riprendere la propria ciotola di grano e, con lo scopo augurale di favorire un prospero raccolto, la portava nell’orto.

 

Rizzuti (Marzo2008) - Germogli di grano cresciuti senza luce

Il "vrasciare" usato per riscaldarsi
durante la veglia del Sepolcro

 

Giovedì Santo

La sera si svolgeva la celebrazione dell'“Ultima cena”: a conclusione della S. Messa si spogliava l’altare e si riponeva Gesù  Eucarestia  all’interno dell’urna sepolcrale disposta al centro del sepolcro.

Si stabilivano quindi dei turni in modo che fosse sempre presente un gruppetto di persone accanto al S. Sepolcro che veniva vegliato per tutta la notte e per il giorno dopo fino alle Celebrazioni del Venerdì Santo. Per difendersi dal freddo i fedeli si portavano i “vrasciari”.

Dopo la deposizione nel sepolcro tutto il paese  era a lutto: non si poteva far chiasso,  radio e  televisioni dovevano rimanere spente ed era proibito suonare le campane.

 

 

Venerdì Santo

Le funzioni di questo giorno erano: l'“Adorazione della Croce e la via Crucis”

Le Celebrazioni iniziavano con il riportare il Santissimo Sacramento dal luogo della deposizione all’altare centrale, successivamente veniva data la Comunione e infine seguivano l’adorazione della Croce e la via Crucis.

I fedeli venivano avvisati dell'inizio della Cerimonia Liturgica dai bambini che andavano in giro per il paese suonando la “tiritocca” e la  “grillera” .

 

- Cristo in croce -

Affresco sulla sinistra dell'altare
principale della chiesa di Rizzuti

Tiritocca

 

Grillera

 

Sabato Santo

La sera di questo giorno i fedeli si raccoglievano in Chiesa  per la “Veglia Pasquale” durante la quale si celebrava la S. Messa e venivano benedetti  il fuoco, il cero pasquale e l’acqua.

L’inizio delle funzioni, come il giorno precedente, veniva annunciato dai bambini che andavano in giro per il paese suonando  latiritocca” e la  “grillera”.

Le cerimonie iniziavano con la benedizione del fuoco che avveniva dinanzi la Chiesa, qui si metteva un “vrasciari” nel quale si bruciavano le palme benedette l’anno prima e le cui ceneri venivano conservate per il mercoledì delle ceneri dell’anno seguente. Successivamente dal  fuoco preparato si accendeva il Cero Pasquale e da questo tutte le candele dei fedeli. Infine si passava al rito della benedizione dell'acqua:

Il parroco si recava al battistero, toglieva la copertura in legno del Fonte Battesimale, immergeva la base del Cero nell’acqua per benedirla e, subito dopo, rimetteva il coperchio.

Dopo la mezza notte si suonavano le campane per annunciare a tutti la Resurrezione di Gesù Cristo.

 

 

 

Domenica di Pasqua

Alla fine della Messa Solenne si tornava a casa dove ogni famiglia, possibilmente insieme a parenti ed amici, concludeva le celebrazioni della Santa Festività con il pranzo pasquale.

Sulle tavole rizzutare, tra le diverse pietanze, non mancavano mai la carne d’agnello, le uova bollite, il pane fatto in casa con sopra incisa una croce, la pizza pasquale, l’uovo di pasqua, e il martino, una pizza preparata per i bambini, che aveva la forma di un neonato avvolto nelle fasce (‘mpassatu).

- Cristo risorto-

Affresco sulla destra dell'altare
principale della chiesa di Rizzuti

Pizza pasquale

 

 

Martino

 

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